Dossier eGovernment
Sommario

Che cos’è l’eGovernment
L’eGovernment rappresenta l’insieme delle politiche e delle tecnologie che permettono a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni di interagire in modo sicuro ed efficiente attraverso strumenti digitali. Non si tratta solo di digitalizzare i servizi pubblici, ma di creare un ecosistema europeo interoperabile, basato su fiducia, trasparenza e tutela dei dati personali.
Attraverso iniziative come l’Identità Digitale Europea, il Portafoglio per i cittadini e per le imprese, la strategia sui dati e le nuove norme sulla cibersicurezza, l’Unione Europea punta a garantire un accesso semplice e sicuro ai servizi pubblici e privati in tutti gli Stati membri.
L’obiettivo è duplice: da un lato favorire la crescita economica e la competitività del mercato unico, dall’altro rafforzare i diritti digitali delle persone, offrendo strumenti concreti per un’Europa più inclusiva, innovativa e sicura.
Identità Digitale: il Portafoglio europeo per cittadini e per le imprese
Creare fiducia online è fondamentale per la crescita sociale ed economica. Il regolamento per l'identificazione elettronica (regolamento (UE) 910/2014) fornisce un quadro normativo che garantisce interazioni digitali sicure tra cittadini, imprese ed enti pubblici. Per conseguire tali obiettivi, nel 2024 è stato adottato un quadro normativo per l'identità digitale europea (regolamento eIDAS 2) grazie a cui, entro il 2030, l'80 % dei cittadini dell'UE potrà accedere in modo sicuro ai servizi pubblici essenziali con un'identità digitale.
Gli Stati membri hanno l’obbligo di fornire ai propri cittadini almeno un EUDI Wallet entro 24 mesi dall’adozione degli atti di esecuzione sulle specifiche tecniche. Pertanto, nel 2025, l’Italia, attraverso enti come l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), è attivamente impegnata nello sviluppo dell’infrastruttura nazionale e nell’integrazione con i sistemi esistenti come SPID e CIE. Si prevede che i primi EUDI Wallet inizieranno ad essere disponibili per i cittadini in modo più ampio a partire dal 2026, ma il 2025 è l’anno della costruzione delle fondamenta e dei test intensivi.
Il Portafoglio di identità digitale per i cittadini
Sia il settore pubblico che quello privato offrono sempre più servizi online, il che rende sempre più necessaria un'autenticazione digitale sicura. Allo stesso tempo sono ormai evidenti le minacce per la riservatezza online e le persone sono sempre più preoccupate per la profilazione e la sorveglianza.
La risposta a queste sfide è il quadro dell'UE sull'identità digitale, basato sul principio secondo cui tutti dovrebbero sempre avere sotto controllo la propria identità digitale. I portafogli europei di identità digitale sono il mezzo per raggiungere questo obiettivo.
L’EUDI Wallet consentirà, tramite un’applicazione mobile personale, ai cittadini dell’UE di:
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Identificarsi digitalmente in modo sicuro per accedere a servizi pubblici e privati in tutta l’Unione Europea.
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Conservare e condividere documenti digitali ufficiali (attributi e credenziali) come la carta d’identità, la patente di guida, i titoli di studio, le prescrizioni mediche e altro ancora.
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Controllare pienamente quali dati condividere, con chi e per quale scopo, secondo i principi della minimizzazione dei dati e della privacy by design.
Sono in corso Progetti pilota su larga scala (LSPs) per testare il funzionamento dei portafogli europei di identità digitale in un'ampia gamma di situazioni, prima che siano lanciati in tutta l'UE. Vi partecipano oltre 350 imprese private e autorità pubbliche in 26 Stati membri e in Norvegia, Islanda e Ucraina.
Il primo gruppo di progetti pilota è stato avviato il 1º aprile 2023. Una seconda fase inizierà nel corso del 2025.
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Il Portafoglio europeo per le imprese (EBW)
Mentre l’EUDI Wallet è pensato per i cittadini, la Commissione Europea ha annunciato, tramite la Comunicazione “A Competitiveness Compass for the EU”, una soluzione specifica per le entità giuridiche: l’European Business Wallet. Il Portafoglio europeo per le imprese (EBW) punta a fornire alle imprese un portafoglio digitale europeo per gestire in modo sicuro e standardizzato le proprie credenziali aziendali, accedere ai servizi pubblici e privati nei diversi Stati membri e facilitare l’interoperabilità transfrontaliera.
Concepito come un ambiente digitale controllato, l’EBW permetterà alle imprese di:
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dimostrare in modo certificato l’identità della persona giuridica;
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fornire prove digitali della rappresentanza legale, della sede, della forma giuridica, della iscrizione nel registro delle imprese, etc.;
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condividere documenti strutturati (es. visura camerale, licenze, certificati) in modo affidabile e conforme agli standard europei;
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accedere a servizi online transfrontalieri, incluse gare d'appalto, autorizzazioni, rapporti con pubbliche amministrazioni o partner privati.
Questa innovazione mira a semplificare l’interazione digitale delle imprese in tutta l’UE, rafforzando la fiducia e l’efficienza nelle transazioni transfrontaliere. Si fonda sul principio di "once-only" e sulla piena interoperabilità tra sistemi nazionali, nel rispetto delle regole europee sulla privacy, la sicurezza informatica e la protezione dei dati.
Per l’Italia, e in particolare per la rete camerale che gestisce il registro delle imprese attraverso Infocamere, lo sviluppo dell’European Business Wallet rappresenta un passaggio strategico, ma anche una sfida operativaPer maggiori informazioni: link
Diritto Societario nell’Era Digitale
L’Unione Europea sta modernizzando il diritto societario per rispondere alle sfide e alle opportunità dell’era digitale. Le nuove norme mirano a semplificare la creazione e la gestione online delle imprese, promuovendo al tempo stesso la trasparenza e la cooperazione transfrontaliera. Digitalizzare i processi societari significa ridurre costi e tempi per le imprese, rafforzare la competitività del mercato unico e garantire una maggiore accessibilità alle informazioni aziendali.
La Direttiva (UE) 2025/25, entrata in vigore dal 30 gennaio 2025, rappresenta un ulteriore tassello del quadro normativo europeo volto ad ampliare e migliorare l'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario, a tale scopo intervenendo sulle disposizioni già esistenti.
La Direttiva mira a migliorare la trasparenza delle imprese e la fiducia tra gli Stati membri, nonché a creare pubbliche amministrazioni più interconnesse, riducendo al contempo gli oneri amministrativi per le imprese e gli altri soggetti interessati nelle situazioni transfrontaliere. Contribuirà così a un mercato unico più integrato e digitalizzato per le imprese.
In particolare, la proposta mira a:
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rendere più accessibili al pubblico informazioni sulle aziende (ad esempio sulle partnership e sui gruppi di aziende), in particolare a livello UE, attraverso il Business Registers Interconnection System (BRIS) ;
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garantire che i dati aziendali nei registri delle imprese siano accurati, affidabili e aggiornati, ad esempio prevedendo controlli delle informazioni aziendali prima che vengano inserite nei registri delle imprese in tutti gli Stati membri;
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ridurre la burocrazia quando le aziende utilizzano informazioni aziendali dai registri delle imprese in situazioni transfrontaliere, ad esempio eliminando formalità come la necessità di un'apostilla per i documenti aziendali, applicando il principio Once-Only quando le aziende costituiscono filiali e succursali in un altro Stato membro e introducendo un certificato aziendale UE multilingue da utilizzare in situazioni transfrontaliere. Le imprese beneficeranno di una riduzione degli oneri amministrativi stimata in circa 437 milioni di euro all'anno.
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La Strategia Europea in materia di dati
La Strategia Europea sui Dati è il quadro di riferimento con cui l’Unione Europea intende creare uno spazio comune dei dati, sicuro e affidabile, in cui cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni possano accedere e condividere dati in modo controllato e nel rispetto dei diritti fondamentali.
Ciò porterà alla creazione di spazi comuni europei di dati., che garantiranno che più dati diventino disponibili per l'uso nell'economia e nella società, mantenendo al contempo il controllo delle imprese e degli individui che generano i dati.
L’obiettivo è favorire l’innovazione, la competitività e la sovranità digitale dell’Europa, promuovendo la nascita di settori economici basati sui dati e facilitando lo sviluppo di soluzioni digitali etiche e sostenibili in ambiti come la sanità, la mobilità, l’ambiente e la pubblica amministrazione. Al centro della strategia vi sono la fiducia, l’interoperabilità e l’apertura, pilastri di un’economia basata sui dati a misura di persona.
Il Regolamento sulle norme armonizzate per l'accesso e l'uso equo dei dati, noto anche come Data Act, è entrato in vigore l'11 gennaio 2024. La legge è un pilastro fondamentale della strategia europea sui dati e contribuirà in modo significativo all'obiettivo del Decennio Digitale di promuovere la trasformazione digitale.
Le nuove misure integrano il Data Governance Act , il primo risultato della strategia europea per i dati, entrato in vigore nel settembre 2023. Mentre il Data Governance Act regolamenta i processi e le strutture che facilitano la condivisione volontaria dei dati, il Data Act chiarisce chi può creare valore dai dati e a quali condizioni. Insieme, questi due atti agevoleranno un accesso affidabile e sicuro ai dati, promuovendone l'utilizzo in settori economici chiave e in aree di interesse pubblico. Contribuiranno inoltre alla creazione di un mercato unico europeo dei dati, a vantaggio sia dell'economia europea che della società in generale.
Cibersicurezza: proteggere i dati, rafforzare il business
Sicurezza digitale = fiducia. L’UE promuove una cultura della cybersicurezza a misura di PMI, grazie a strumenti, competenze e supporto dedicati. Le politiche europee in materia aiutano le imprese a proteggersi e a crescere in un mercato sempre più interconnesso.
L'Agenzia dell'UE per la cibersicurezza (ENISA), con sede ad Atene, si adopera per conseguire un livello comune elevato di cibersicurezza nell'UE. Sostiene gli Stati membri, le istituzioni dell'UE e altri portatori di interessi nel miglioramento della cibersicurezza e nella gestione degli attacchi informatici.
Politiche chiave dell'UE in materia di cibersicurezza
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Nel 2022 l'UE ha adottato una direttiva NIS riveduta (NIS 2) per sostituire la direttiva NIS del 2016. Le nuove norme garantiscono un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione in risposta al panorama di minacce in evoluzione.
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Il regolamento sulla ciberresilienza stabilisce requisiti di cibersicurezza per i prodotti con elementi digitali connessi a internet o ad altri dispositivi, il che garantisce che prodotti quali fotocamere domestiche, frigoriferi, televisori e giocattoli connessi siano sicuri prima della loro immissione sul mercato e durante tutto il loro ciclo di vita.
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Il regolamento sulla cibersolidarietà stabilisce le capacità a livello dell'UE per rendere l'Europa più resiliente e reattiva di fronte alle minacce informatiche, rafforzando allo stesso tempo i meccanismi di cooperazione.
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Il regolamento dell'UE sulla cibersicurezza ha introdotto un sistema europeo di certificazione. In precedenza, i paesi dell'UE utilizzavano sistemi di certificazione della cibersicurezza differenti per i prodotti relativi alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), il che ha portato a una frammentazione del mercato e a ostacoli normativi. Con il regolamento sulla cibersicurezza, l'UE ha introdotto un quadro unico di certificazione in tutta l'UE volto a stimolare la fiducia e agevolare il commercio in tutta l'UE. Il quadro fornisce un insieme completo di norme, requisiti tecnici, standard e procedure.
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Europa interoperabile
L'agenda digitale pone l'accento sull'e-government e sulla cooperazione transfrontaliera nel settore pubblico. Nel marzo 2024, a seguito della proposta della Commissione del novembre 2022, è stato adottato il regolamento su un'Europa interoperabile (Interoperable Europe) per migliorare i servizi pubblici nell'UE.
Il regolamento punta a istituire un nuovo quadro di cooperazione per le amministrazioni pubbliche dell'UE allo scopo di assicurare l'erogazione continua di servizi pubblici a livello transfrontaliero e prevedere misure di sostegno che promuovano l'innovazione e favoriscano lo scambio di competenze e conoscenze.
Il nuovo regolamento istituirà una struttura di governance dell'interoperabilità allo scopo di creare un ecosistema di soluzioni di interoperabilità condivise per il settore pubblico dell'UE, in particolare attraverso la creazione di spazi di sperimentazione normativa. Le amministrazioni pubbliche nell'UE potranno così contribuire a tali soluzioni e riutilizzarle, innovare insieme e creare valore aggiunto.
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I registri delle imprese nell’UE
BRIS
Per garantire una maggiore trasparenza e tracciabilità a livello europeo, nel 2017 l’UE ha avviato l’interconnessione dei registri delle imprese nazionali tramite il sistema BRIS (Business Registers Interconnection System). Questo sistema consente l’accesso e lo scambio automatico di informazioni sulle imprese registrate negli Stati membri, facilitando operazioni transfrontaliere, controlli legali e protezione dei consumatori.
BRIS verrà ulteriormente rafforzato e integrato con BORIS (cioè il sistema di interconnessione del registro dei titolari effettivi) e IRI (sistema di interconnessione dei registri nazionali sulle insolvenze).
Si accede al BRIS dal Portale e-Justice gestito dalla Commissione Europea.
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L’Associazione Europea dei Registri delle imprese (EBRA)
EBRA è l’Associazione Europea dei registri delle imprese, nata nel 2019 dall’unione di due precedenti associazioni. Nonostante sia nata 6 anni fa, vanta oltre 30 anni di storia.
EBRA ha sede a Bruxelles e riunisce 43 membri da tutta Europa, che gestiscono i registri delle imprese e dei titolari effettivi. EBRA fornisce buone pratiche, gruppi di esperti e conoscenze di settore per promuovere il funzionamento e la tenuta dei registri delle imprese.
Tra le sue attività, EBRA coordina gruppi di lavoro e progetti di ricerca per analizzare politiche emergenti e sfide comuni dei registri. I membri partecipano a gruppi di lavoro di esperti che si occupano di argomenti rilevanti come la titolarità effettiva e le attuali iniziative di diritto societario che riguardano i registri delle imprese. Inoltre, l’associazione finanzia e coordina un progetto internazionale sui dati dei registri impresa di tutto il mondo (Business Registry Insights project) e ha di recente costituito un Network di esperti sulla cibersicurezza.
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