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2. Le competenze e le transizioni verde e digitale

Le competenze sono il motore della doppia transizione verde e digitale che sta ridefinendo l’economia europea. La capacità di anticipare e sviluppare nuovi profili professionali è fondamentale per garantire crescita sostenibile e competitività globale.

  • La transizione verde richiede figure professionali specializzate in energie rinnovabili, efficienza energetica, gestione dei rifiuti, economia circolare e agricoltura sostenibile. Queste competenze contribuiscono a ridurre le emissioni, preservare le risorse naturali e creare nuovi posti di lavoro di qualità. Parallelamente, la transizione digitale impone la diffusione di competenze informatiche, analitiche e di intelligenza artificiale, ma anche soft skills legate alla creatività, al problem solving e alla collaborazione.


    Per affrontare questa sfida, la Commissione ha promosso iniziative come la Digital Skills and Jobs Platform e la Green Skills Agenda, che supportano la riqualificazione dei lavoratori e la formazione avanzata per i nuovi profili professionali. Tali politiche sono parte integrante del quadro di misure previste dal Green Deal europeo e dall’Agenda Digitale 2030, contribuendo a una transizione equa e inclusiva. Le competenze digitali — che spaziano dall’uso di base delle tecnologie fino alla programmazione e all’intelligenza artificiale — sono al centro della Digital Education Action Plan (2021–2027) e trovano riferimento comune nel DigComp, il Digital Competence Framework for Citizens. Questo quadro europeo definisce cinque aree chiave di competenza digitale, dalla comunicazione online alla sicurezza informatica, fornendo una base condivisa per la progettazione di percorsi formativi in tutti gli Stati membri.


    Parallelamente, la dimensione verde delle competenze è sostenuta dal GreenComp, il European Sustainability Competence Framework, che definisce le conoscenze, abilità e atteggiamenti necessari per vivere e lavorare in modo sostenibile. GreenComp aiuta istituti formativi e imprese a tradurre la sostenibilità in competenze concrete: dall’efficienza energetica alla gestione delle risorse, dall’economia circolare all’adozione di comportamenti responsabili. Insieme, DigComp e GreenComp rappresentano due strumenti imprescindibili della nuova alfabetizzazione europea per la doppia transizione.


    Accanto a questi strumenti, l’UE utilizza i programmi di finanziamento europei per trasformare le politiche in progetti concreti di sviluppo delle competenze. Erasmus+, ad esempio, è oggi molto più di un programma di mobilità: è un vero laboratorio europeo di innovazione educativa. Attraverso partenariati strategici e alleanze per le competenze settoriali (Alliances for Innovation), Erasmus+ sostiene la creazione di nuovi curricula e metodologie formative in linea con le esigenze emergenti del mercato del lavoro. Università, enti formativi, imprese e camere di commercio collaborano per progettare corsi su temi, la digitalizzazione delle PMI, l’imprenditorialità verde e le competenze per l’industria 4.0.


    Nel campo della sostenibilità ambientale, il programma LIFE gioca un ruolo complementare, finanziando progetti che favoriscono la formazione e l’adozione di competenze verdi nelle imprese. LIFE contribuisce a diffondere pratiche di economia circolare, gestione energetica e tutela della biodiversità, creando una connessione diretta tra innovazione ambientale e sviluppo professionale. Le imprese coinvolte non solo migliorano la propria performance ambientale, ma acquisiscono anche nuove competenze che rafforzano la competitività e la reputazione sul mercato.


    Anche Horizon Europe partecipa a questo sforzo, sostenendo progetti di ricerca e sperimentazione che anticipano i profili professionali del futuro. Attraverso Living Labs e partenariati di innovazione, vengono sviluppate soluzioni per la formazione nel campo dell’intelligenza artificiale, delle tecnologie pulite, della mobilità sostenibile e del turismo intelligente.


    Un ruolo chiave nello sviluppo delle competenze digitali è svolto dagli European Digital Innovation Hubs (EDIH), centri finanziati dall’UE nell’ambito del programma Digital Europe per sostenere la trasformazione digitale delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. Gli EDIH agiscono come sportelli unici per l’innovazione, offrendo servizi di formazione, test-before-invest e consulenza tecnologica, in particolare alle PMI. Attraverso percorsi di upskilling e reskilling mirati, questi hub favoriscono la diffusione di competenze in ambiti come l’intelligenza artificiale, il cloud, la cybersecurity e la gestione dei dati, contribuendo a colmare il divario digitale tra territori e settori produttivi.

    Insieme, questi strumenti — dai quadri di riferimento alle inziative e ai programmi di finanziamento— delineano un ecosistema europeo integrato per le competenze. Un sistema in cui ogni imprese e ogni cittadino può accedere a percorsi formativi modulari, riconosciuti e mirati, e in cui le imprese sono incoraggiate a investire nelle persone come risorsa strategica per l’innovazione e la transizione sostenibile.
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3. Il Pact for Skills

Il Pact for Skills è l’iniziativa faro della Commissione europea per favorire partenariati su larga scala tra imprese, enti formativi, autorità pubbliche e parti sociali, con l’obiettivo di rafforzare la formazione e la riqualificazione della forza lavoro europea.

  • Lanciato nel 2020 nell’ambito della Nuova Agenda europea per le competenze, il Patto incoraggia tutti gli attori a sottoscrivere impegni concreti (pledges) per formare e aggiornare lavoratori e imprenditori. I firmatari si impegnano a condividere risorse, definire obiettivi comuni e misurare i progressi ottenuti, contribuendo alla costruzione di un mercato europeo del lavoro più dinamico, inclusivo e innovativo.

    Il Patto è attuato attraverso le Large-Scale Skills Partnerships (LSP), che operano nei 14 ecosistemi industriali individuati dalla Strategia industriale europea: aerospazio e difesa; agroalimentare; costruzioni; economia sociale e prossimità; elettronica; energia rinnovabile; mobilità; tessile; salute; turismo; cultura e industrie creative; commercio al dettaglio; digital; e sistemi a basso impatto ambientale. Queste partnership coinvolgono oltre 2.000 organizzazioni in tutta Europa — tra imprese, università, enti pubblici, camere di commercio e organismi di formazione — e hanno l’obiettivo ambizioso di garantire la formazione annuale di milioni di cittadini europei entro il 2030.

    Gli LSP non sono solo piattaforme di cooperazione, ma rappresentano luoghi privilegiati dove le organizzazioni possono trovare partner per progetti europei, condividere strumenti di skills intelligence, co-creare curricula, essere informati dei finanziamenti collegati ai principali programmi UE (come Erasmus+, Horizon Europe e Digital Europe). Attraverso la collaborazione transnazionale, gli LSP contribuiscono ad allineare la formazione ai fabbisogni emergenti delle industrie europee, rafforzando la competitività, la sostenibilità e la resilienza dei settori produttivi.

     

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4. Politiche europee trasversali sulle competenze

Le politiche europee su occupazione, educazione, innovazione e inclusione sociale sono strettamente connesse allo sviluppo delle competenze.

  • Il Pilastro europeo dei diritti sociali riconosce il diritto di ogni cittadino europeo a un’istruzione e una formazione di qualità lungo tutto l’arco della vita, ponendo le basi per un’Europa più equa, preparata e coesa. Il relativo Piano d’azione per il Pilastro sociale fissa obiettivi concreti da raggiungere entro il 2030, tra cui l’impegno a coinvolgere almeno il 60% degli adulti europei in attività di formazione ogni anno, e a ridurre sotto il 15% la quota di giovani che non lavorano e non studiano (NEET).

     

    In questo quadro, il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) rappresenta il principale strumento finanziario per sostenere tali obiettivi. Con un budget di oltre 99 miliardi di euro per il periodo 2021–2027, il FSE+ finanzia interventi destinati a migliorare l’accesso alla formazione, rafforzare la qualità dei sistemi educativi e promuovere l’inclusione nel mercato del lavoro. Il Fondo contribuisce a tradurre le strategie europee in azioni concrete nei territori, sostenendo programmi di upskilling e reskilling nei settori industriali strategici, percorsi formativi per le transizioni verde e digitale, e iniziative per l’integrazione dei gruppi vulnerabili e delle persone con basse qualifiche.

     

    Il FSE+ si collega direttamente all’attuazione del Pact for Skills e delle Large-Scale Skills Partnerships (LSP), finanziando attività di formazione e cooperazione a livello locale e regionale. In questo modo, il Fondo garantisce che la dimensione europea delle politiche sulle competenze venga radicata nei territori, favorendo la creazione di ecosistemi locali di apprendimento e partenariati pubblico-privati per l’innovazione formativa.

     

    Accanto a questo strumento, il Digital Education Action Plan (2021–2027) e la European Education Area incoraggiano la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale (VET), promuovendo metodologie didattiche digitali e cooperative. Queste iniziative puntano a rendere la formazione più accessibile, inclusiva e in linea con le esigenze di un mercato del lavoro in evoluzione.

     

    In parallelo, programmi come EURES e Europass sostengono la mobilità dei lavoratori e degli studenti, facilitando il riconoscimento delle qualifiche e delle esperienze professionali tra Stati membri. Questi strumenti promuovono una vera dimensione europea delle competenze, nella quale i cittadini possano imparare, lavorare e crescere in qualsiasi Paese dell’Unione.

     

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5. Programmi e strumenti europei per le competenze

Le politiche europee sulle competenze oggi si declinano in un contesto fortemente orientato alle due transizioni: verde e digitale. In particolare, la European Skills Agenda riconosce che il Green Deal e la digitalizzazione richiedono una ridefinizione dei profili professionali e della formazione continua.

  • Ambiti come l’energia rinnovabile, la mobilità pulita, l’economia circolare, l’efficienza energetica e il data-driven management diventano centrali, e la domanda di competenze ibride (tecniche, digitali, ambientali) esplode. Le politiche della Commissione europea si muovono allora con strumenti integrati che cercano di accelerare l’adeguamento delle competenze alle nuove esigenze.

    Tra questi strumenti, si ritrovano le Skill Academies (talvolta indicate come Industry Skills Academies o EU Skills Academies), che l’Unione ha inserito fra le azioni prioritarie per collegare l’industria con i centri formative e che sono parte della road map e delle azioni che fanno capo al Net-Zero Industry Act. Queste strutture sono pensate per fungere da hub formativi specializzati, dove imprese, università e fornitori di formazione collaborano per sviluppare curricula ad alto contenuto tecnologico, percorsi di upskilling/reskilling e moduli formativi innovativi rispondenti ai fabbisogni industriali emergenti.

    Ancora una volta, a supporto di queste strategie, i programmi europei giocano un ruolo cruciale:

    • Erasmus+ finanzia partenariati strategici e progetti di cooperazione transnazionale che permettono la co-progettazione di nuovi curricula orientati alle sfide digitali e ambientali. Le università, gli istituti di VET e le imprese collaborano per sperimentare modelli di apprendimento ibrido, mobilità formativa e scambio di buone pratiche.

    • LIFE, in particolare nelle sue componenti ambientali, sostiene progetti che non solo implementano innovazioni green, ma includono anche percorsi formativi per le imprese: formazione sulle pratiche di economia circolare, monitoraggio ambientale, tecnologie pulite e rinnovabili. In questo modo, LIFE contribuisce a “coltivare” le competenze green necessarie al tessuto imprenditoriale.

    • Horizon Europe facilita la sperimentazione di modelli di apprendimento avanzato, l’adozione di tecnologie emergenti (IA, digital twins, sistemi intelligenti), e supporta reti di innovazione che integrano formazione e sviluppo tecnologico.

    • Digital Europe Programme (DEP) può finanziare componenti di formazione avanzata in ambiti come il cloud, la cybersecurity, l’analisi dati e l’infrastruttura digitale, contribuendo a colmare il divario digitale nei territori e nelle PMI.

    Questi programmi agiscono in sinergia: le Skill Academies emergono come punti di convergenza, dove risorse, best practices e competenze vengono incubate e diffuse. Esse rappresentano un ponte che collega il mondo della ricerca e dell’innovazione con il mondo dell’istruzione e della formazione tecnica, riducendo il tempo tra la progettazione delle abilità e la loro applicazione reale nelle aziende.

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6. La prospettiva futura: la Union of Skills

L’evoluzione delle politiche europee sulle competenze punta oggi verso una visione ancora più integrata e strategica: la Union of Skills, una roadmap pubblicata il 5 marzo 2025.

  • L’obiettivo della Union of Skills è creare un mercato unico delle competenze, parallelo e complementare al mercato unico dei beni e dei servizi. Essa mira a collegare in modo stabile sistemi educativi, imprese, camere di commercio e organismi di formazione, garantendo che le competenze acquisite siano riconosciute, trasferibili e utilizzabili in tutta l’Unione.

    La Union of Skills rappresenterà una piattaforma di governance e coordinamento delle iniziative europee in materia di formazione e occupazione, favorendo la convergenza tra gli strumenti esistenti (EQF, Europass, DigComp, GreenComp, microcredenziali) e integrandoli in un ecosistema digitale europeo delle competenze. Questo ecosistema permetterà ai cittadini di gestire in autonomia il proprio “profilo di competenze”, certificare microcredenziali e accedere a offerte formative personalizzate, mentre le imprese potranno individuare talenti e fabbisogni professionali in tempo reale grazie ai dati condivisi di skills intelligence. Tale processo, tuttavia, può realizzarsi solo attraverso strumenti di soft law — come raccomandazioni, quadri comuni e partenariati volontari — poiché l’istruzione e la formazione restano competenze primarie degli Stati membri. La Commissione europea, dunque, non impone armonizzazioni, ma promuove coordinamento, convergenza e mutuo riconoscimento tra i sistemi nazionali, facilitando la costruzione graduale di un vero spazio europeo delle competenze basato sulla cooperazione e sul consenso dei Paesi membri.

    La Commissione prevede di istituire partenariati settoriali permanenti per aggiornare le strategie di formazione nei principali ecosistemi industriali, in continuità con le Large-Scale Skills Partnerships del Pact for Skills, e di rafforzare le Skill Academies come nodi centrali della rete.


    Inoltre, sarà potenziata la cooperazione con le camere di commercio e le autorità regionali per valorizzare il ruolo dei territori come hub di apprendimento continuo, dove imprese e istituzioni pubbliche co-progettano percorsi formativi su misura per i bisogni locali.

    Un pilastro fondamentale della Union of Skills sarà anche la promozione delle competenze imprenditoriali, considerate una leva chiave per l’innovazione, la crescita sostenibile e l’occupazione. In questo ambito, la Commissione rafforzerà il quadro EntreComp – The European Entrepreneurship Competence Framework, che definisce le competenze necessarie per trasformare idee in azioni di valore economico e sociale. EntreComp identifica tre aree principali — Idee e opportunità, Risorse, In azione — e venti competenze che spaziano dalla creatività e visione strategica fino alla gestione del rischio, alla collaborazione e alla sostenibilità.


    Attraverso EntreComp, la Union of Skills intende incoraggiare l’imprenditorialità come competenza trasversale, integrandola nei programmi educativi e formativi a tutti i livelli e promuovendo ecosistemi locali dell’imprenditorialità in cui istituzioni, camere di commercio, università e PMI cooperino per sostenere la nascita e la crescita di nuove imprese. In linea con questa visione, la Commissione ha inoltre presentato nel 2025 una nuova comunicazione sulla Strategia europea per l’alfabetizzazione finanziaria, volta a integrare le competenze finanziarie di base nei percorsi educativi e formativi, favorendo una cittadinanza più consapevole e una maggiore capacità di gestione del risparmio, degli investimenti e delle decisioni economiche personali.

    La Union of Skills intende infine promuovere una dimensione internazionale delle competenze europee, facilitando partenariati con Paesi terzi per attrarre talenti, migliorare la mobilità dei lavoratori qualificati e sostenere la competitività globale dell’Europa.


    In questo quadro, le iniziative sulla migrazione dei talenti, sui Learning Accounts e sulle microcredenziali riconosciute a livello UE saranno integrate in una strategia comune, rendendo l’Europa un polo di attrazione per la formazione, l’innovazione e il lavoro qualificato.

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1. Le competenze come leva per la competitività europea

Lo sviluppo delle competenze è una delle priorità centrali dell’Unione europea per sostenere la competitività, la coesione sociale e la resilienza del mercato unico. Investire nelle competenze significa creare un’economia capace di adattarsi alle sfide della transizione verde e digitale.

  • La Strategia europea per le competenze promuove una visione integrata di crescita sostenibile basata sulla conoscenza e sull’innovazione. L’obiettivo è colmare il divario tra offerta e domanda di competenze, oggi particolarmente evidente nei settori tecnologici, energetici e manifatturieri. Secondo la Commissione europea, oltre il 75% delle imprese dell’UE fatica a trovare lavoratori qualificati, mentre meno della metà della popolazione adulta partecipa regolarmente a percorsi di formazione.

    Il ruolo della Commissione europea in materia di competenze si fonda sulle disposizioni dei Trattati dell’Unione europea, che attribuiscono all’UE una competenza di sostegno e coordinamento nel campo dell’istruzione, della formazione professionale e delle politiche per l’occupazione (articoli 6 e 165-166 del TFUE). L’istruzione resta una competenza primaria degli Stati membri, che mantengono la responsabilità di definire i contenuti, l’organizzazione e la gestione dei propri sistemi educativi e formativi. Tuttavia, la Commissione promuove cooperazione, convergenza e mobilità tra i sistemi nazionali, incentivando la condivisione di buone pratiche e l’adozione di standard comuni di qualità e riconoscimento delle qualifiche.

    Attraverso strumenti come il Quadro europeo delle qualifiche (EQF), Europass e il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (CEDEFOP), la Commissione sostiene la trasparenza delle competenze e la mobilità dei lavoratori in tutta l’UE. Inoltre, la politica europea per le competenze si integra con le strategie occupazionali e industriali, promuovendo la riqualificazione (reskilling) e l’aggiornamento (upskilling) dei lavoratori per adattarsi ai cambiamenti tecnologici e ambientali. 

    Un pilastro fondamentale di questa azione è il rafforzamento del VET – Vocational Education and Training, ossia l’istruzione e formazione professionale, considerata essenziale per fornire ai giovani e agli adulti competenze pratiche e facilmente spendibili sul mercato del lavoro. La Commissione, attraverso il Quadro di cooperazione di Copenaghen e la Raccomandazione del Consiglio sul VET del 2020, promuove sistemi di formazione professionale moderni, inclusivi e flessibili, integrando percorsi formativi con esperienze di lavoro reale (work-based learning).

    In questo contesto, la Dichiarazione di Herning ha rappresentato un passo decisivo: firmata dai ministri europei dell’istruzione e della formazione professionale insieme alla Commissione europea, essa riafferma l’impegno comune a fare della formazione professionale un motore per la transizione verde e digitale, sottolineando l’importanza di investire in percorsi formativi di qualità, digitalizzati, orientati all’innovazione e accessibili a tutti. La Dichiarazione pone le basi per una cooperazione più stretta tra Stati membri, imprese, camera di commercio e centri di formazione, promuovendo sistemi VET in grado di rispondere in modo dinamico ai fabbisogni di competenze dei settori produttivi europei.

    La New European Skills Agenda, presentata dalla Commissione nel 2020, rappresenta il quadro di riferimento per tutte le iniziative europee in questo ambito. Essa definisce 12 azioni faro per stimolare l’apprendimento permanente, promuovere il VET, sostenere la riqualificazione (reskilling) e l’aggiornamento (upskilling), migliorare l’intelligenza sulle competenze (skills intelligence) e rafforzare la cooperazione pubblico-privata attraverso il Pact for Skills.

    L’Anno europeo delle competenze (2023) ha segnato una svolta politica e comunicativa, rafforzando il messaggio secondo cui l’apprendimento permanente (lifelong learning) è la chiave per l’occupabilità, l’innovazione e l’inclusione. L’UE incoraggia la creazione di ecosistemi di competenze che uniscano istituzioni pubbliche, imprese, enti formativi e parti sociali per sviluppare una forza lavoro pronta alle trasformazioni industriali in corso. La Commissione ha promosso inziative collegate ai Learning Accounts, ossia conti individuali di apprendimento che consentono ad ogni cittadino di accumulare diritti formativi lungo tutto l’arco della vita, garantendo un accesso equo e continuo alla formazione. Un ulteriore passo verso un apprendimento più flessibile e accessibile è rappresentato dalle microcredenziali, uno strumento innovativo introdotto dalla New European Skills Agenda e formalizzato con la Raccomandazione del Consiglio dell’UE del 2022. Le microcredenziali certificano competenze specifiche acquisite attraverso percorsi formativi brevi, mirati e modulari, che possono essere offerti da università, centri di formazione professionale, camera di commercio o imprese. Questo approccio consente ai cittadini di aggiornare o ampliare le proprie competenze in tempi rapidi, adattandosi alle esigenze del mercato del lavoro e delle transizioni verde e digitale. Inoltre, le microcredenziali favoriscono il riconoscimento transfrontaliero delle competenze e aiutano la mobilità dei lavoratori.

     

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